08/02/15
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Italiani creduloni temono ufo e yeti
Cresce il numero di persone convinte che dietro ad alcuni miti e leggende ci sia un fondo di verità

ROMA
Aumentano gli italiani che danno almeno un pò di credito a miti e leggende come il triangolo delle Bermuda, lo yeti e gli ufo. "Colpa" dei media, ma anche di un bisogno proprio degli esseri umani, quello di credere a qualcosa di superiore o d’inspiegabile. È il risultato di un’indagine condotta dal mensile Outside, nella quale sono stati intervistati 75 psicologi; tra loro sono 6 su 10 quelli convinti che sia in crescita nella Penisola il numero di persone secondo cui dietro a certi miti e leggende ci sia qualche fondamento. Gli esperti si sono basati sia sulla loro esperienza, sia sull’analisi di 10 focus group ai quali hanno partecipato nel complesso 180 tra uomini e donne. Quei misteri, sostiene il 58% degli psicologi intervistati, sono ’una nuova mitologia dei tempi di Internet e della conquista dello spaziò.

Nello specifico, il 35% degli psicologi intervistati sottolinea come molti italiani siano convinti che dietro ad alcuni miti e leggende ci sia un fondo di verità, e l’11% evidenzia come sia rilevante il numero di quelli disposti a crederci ciecamente. Invece, il 29% afferma che il numero dei creduloni non è in crescita. Secondo gli studiosi intervistati, l’aumento è dovuto in parte all’insistenza con cui questi argomenti sono trattati da tv e giornali, dai quali ricevono un’aura scientifica (fattore molto influente per il 57% degli psicologi intervistati) , in parte al bisogno di credere che non sia ancora stato scoperto e spiegato tutto (fattore evidenziato dal 38% degli psicologi intervistati) .

Un italiano su dieci crede vera la maggior parte di leggende come quelle degli ufo, dello yeti e del triangolo delle Bermuda, spiega il mensile. Per uno psicologo intervistato su quattro la maggior parte dei creduloni è soprattutto affascinata da quei misteri. Per quasi un italiano su cinque, però, la reazione è la paura; a incutere più timore il triangolo delle Bermude (32%) e i fantasmi. In quanto al rapporto degli italiani con quei misteri, la maggioranza dei partecipanti ai focus group, il 60%, è composta da convinti e possibilisti, mentre il restante 40% è scettico radicale. Tra gli scettici radicali, l’atteggiamento predominante verso questi argomenti è il fastidio (lo ha detto il 33% di loro) anche se una parte (il 21%) ammette di seguirli pur essendo sicura che si tratti di favole; il 18% degli scettici radicali dice che accetterebbe di essere smentito, mentre il 16% dice di essere del tutto indifferente ai misteri e di non
interessarsene mai.

Tra chi ci crede (come detto, il 60% dei membri dei focus group), il 25% ha detto che questi temi lo appassionano, ne è «affascinato», anche se in molti evitano di parlare di questa convinzione, per il timore di doversi scontrare con uno scettico (24%). Uno dei dati che gli psicologi hanno più evidenziato è la risposta data dal 18% che ha detto di averne paura. E se in molti si informano e cercano di saperne di più (26%), c’è anche chi, pur ammettendo di esserne molto incuriosito, preferisce non approfondire (7%). In quanto alle fonti d’informazione su miti e leggende, al primo posto c’è la tv, citata dal 53% dei partecipanti ai focus, e in particolare le trasmissioni su questi temi, che molti definiscono scientifiche. Al secondo posto c’è il web, citato dal 48%, seguito da riviste e giornali (29%) e persino da film su questi temi (che per il 18% devono avere qualche fondamento).

In merito alla popolarità dei misteri, i più diffusi sui media sono gli Ufo e i cerchi nel grano (68%), seguiti dai fantasmi (54%) e dal triangolo delle Bermude (49%). Ritornando agli Ufo, uno dei temi caldi è quello dei rapimenti che gli alieni farebbero per studiare la razza umana (il 47% ne ha sentito parlare più volte) o antichi mostri preistorici che ancora vivrebbero, come il famoso Nessie, ovvero il mostro di Lochness (33%). Seguono la maledizione del faraone Tutankhamon (29%) e i misteri legati a Stonehenge (25%). «E che dire dell’Uomo delle Nevi (21%) - osserva il mensile - se anche uno scalatore esperto come Messner ha detto di averne trovato le tracce e addirittura di averlo visto?».

Il 26% degli esperti intervistati ha detto che la maggior parte delle persone, anche scettiche, prova comunque un certo fascino nei confronti di questi temi, a cui si aggiunge una naturale curiosità (elemento evidenziato dal 21%); il 18% evidenzia la crescita di una certa paura legata a quei misteri. Nella classifica delle situazioni misteriose che incutono più timore nei partecipanti ai focus group, in testa c’è trovarsi coinvolti in qualche fenomeno inspiegabile in grado di inghiottire una nave, un aereo o un’auto (il 32% ammette di averci pensato almeno una volta), in stile triangolo delle Bermuda; il 28%, invece, ha paura, o ne ha avuta, di trovarsi alle prese con uno spettro; il 14% ha dichiarato di aver pensato almeno una volta con terrore all’ipotesi di un rapimento da parte degli alieni o di trovarsi di fronte a un essere preistorico (11%), come il mito di Lochness. In realtà, però, spiega il mensile, la maggior paura è legata in
generale all’ambito dei misteri, non ad un fenomeno specifico, come ha dichiarato il 25%.

Per la maggioranza degli esperti intervistati (57%), una credenza così diffusa e in crescita per tutto ciò che riguarda i misteri e il paranormale è alimentata con forza dalla parvenza scientifica che alcuni siti Internet, giornali e trasmissioni tv danno a tutto ciò che riguarda alieni e misteri. La colpa non è solo dei media, però. Il 38% degli esperti sottolinea come credere a cose di quel tipo sia spesso un vero bisogno, quello proprio degli esseri umani di credere in qualcosa di superiore o inspiegabile, minacciato da una società dove tutto sembra essere svelato e avere delle risposte razionali.

«E se per il 41% è solo una questione di curiosità e di sempre maggiori difficoltà (con il moltiplicarsi di "fonti") nel discernere il vero dal "verosimile" e dal "falso" - conclude il mensile - il 26% è sicuro che si tratti del bisogno di crearsi nuove paure, di provare emozioni forti e intense».

http://www.lastampa .it/redazione/ cmsSezioni/ societa/200809ar ticoli/36856gira ta.asp




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